Le modifiche decise a livello europeo per il principio contabile Ias 39 potranno trovare in Italia una ricaduta particolare: in base a quanto stabilito dalla Finanziaria 2008, infatti, è ora in preparazione il provvedimento che dovrà allineare Ias e Ires, avvicinando il risultato civilistico determinato sulla base dei principi contabili a quello fiscale. Le variazioni per la valutazione degli strumenti finanziari introdotte a Londra e già ratificate dalla Commissione Ue troveranno così un riflesso fiscale in Italia.
Dalla manovra a Unico
La Finanziaria 2008 ha introdotto nella determinazione dell'imponibile fiscale ai fini delle imposte sui redditi una vera e propria inversione di tendenza per i soggetti che applicano i principi contabili internazionali. In particolare si è superato il «principio di neutralità», secondo il quale il reddito imponibile deve essere determinato in maniera omogenea a prescindere dai principi contabili adottati a livello di bilancio (che era stato introdotto con il Dlgs 38/2005), e si è andati, nel mondo Ias, verso il «principio di derivazione» dell'imponibile fiscale dal risultato di bilancio. In sostanza l'applicazione dei principi contabili internazionali comporta che i criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione di bilancio previsti da tali principi costituiscono una deroga espressa alle regole del Testo unico e quindi diventano rilevanti agli effetti fiscali. Il risultato è che l'ordinamento tributario presenterà casi di imprese sostanzialmente simili che determineranno il reddito in modo molto diverso e questo solo per il fatto che si adottano principi contabili differenti.
La decorrenza delle nuove disposizioni è prevista per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, quindi dal 2008 per i soggetti con esercizio coincidente con l'anno solare, anche se la stessa Finanziaria ha previsto l'emanazione di un decreto che doveva specificare le norme di attuazione e coordinamento della nuova disciplina. La pubblicazione del decreto non è ancora avvenuta per cui si pone il problema se la nuova normativa è comunque operante: la dottrina, tenuto conto del dato letterale della disposizione, è orientata per il sì, pur «con tutte le incertezze che derivano dall'assenza del decreto attuativo» (circolare Assonime n. 53 del 2008). La stessa Finanziaria ha anche previsto una clausola di salvaguardia che fa salvi comportamenti di precedenti periodi d'imposta adottati sulla base della corretta applicazione dei principi contabili internazionali.
Voci critiche
Alla luce delle nuove disposizioni emergono alcune fattispecie nelle quali si genereranno differenze a livello di determinazione dell'imponibile fiscale tra soggetti che applicano i principi contabili internazionali e quelli che, viceversa, continuano a utilizzare le regole del Codice civile. Sono poi da ricordare anche i probabili effetti fiscali delle modifiche appena introdotte allo Ias 39 (si veda il Sole 24 Ore di giovedì 16 ottobre 2008, pagina 12).
Diversa imputazione dei componenti del reddito. Per identificare il caso di una diversa competenza temporale si può fare riferimento, ad esempio, alle prestazioni di risultato. Secondo la disciplina del Testo unico delle imposte sui redditi il ricavo si determina al momento in cui la prestazione è stata ultimata. In tale momento infatti sorge il diritto del prestatore a ottenere il corrispettivo pattuito. Nel mondo Ias invece il corrispettivo deve essere rilevato pro-rata temporis quando la prestazione è ancora in corso alla data di chiusura dell'esercizio. Dunque i soggetti Ias avrebbero una competenza fiscale del corrispettivo diversa dagli altri operatori che applicano le regole del Testo unico anche se, in tali casi, dovrebbe esserci soltanto un effetto timing di anticipazione o differimento della componente di reddito e non un salto d'imposta definitivo.
Azioni proprie. Vediamo come può incidere la diversa qualificazione di una operazione secondo i principi contabili internazionali. Secondo lo Ias 32 (paragrafo 33) le operazioni di acquisto e vendita di azioni proprie si rilevano direttamente a patrimonio netto; in questo caso (si veda anche circolare Assonime n. 53 del 2008) le plusvalenze e le minusvalenze anche se imputate a patrimonio netto non rilevano. In merito la stessa relazione alla Finanziaria 2008 specifica che anche le operazioni di acquisto e vendita di azioni proprie sono equiparate, ai sensi dello Ias 32, a estinzioni e nuove emissioni. In particolare, all'atto dell'acquisto si deve procedere alla riduzione diretta del patrimonio netto, mentre al momento della vendita si deve procedere al suo incremento. Tali operazioni non comportano la rilevazione nel conto economico di alcun utile o perdita, in quanto i corrispettivi pagati e/o incassati transitano direttamente a patrimonio netto, determinando solo la variazione di quest'ultimo. In bilancio l'ammontare di azioni "riacquistate" e detenute dall'entità va rappresentato in una riserva separata di patrimonio. Al di fuori del mondo Ias le stesse operazioni verranno, viceversa, rappresentate quali atti di acquisto e di cessione di beni con i conseguenti ordinari effetti fiscali.
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